Camminava
imprecando ad alta voce, dimentico degli uomini e dei cani che erano a
meno di cento passi di distanza. Si sentiva libero e sollevato perché
soltanto la paura impedisce di sentirsi liberi.
Lucia Veronesi e la cricca Codazzi: associazione culturale senza scopo di lucro (durante la dirigenza di Anna Grazia Greco). Gli affiliati alla cricca Codazzi di Caracas, sono i degni appartenenti della famiglia de "los escualidos".
sabato 30 gennaio 2016
Lucia Veronesi | Sorgo Rosso - Mo Yan
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domenica 11 ottobre 2015
Anna Grazia Greco e l'armata brancaleone di escualidos imbranati del Codazzi (roba da pazzi!)
Cricca Codazzi: due escualidos che litigano per un posto al sole |
Il secondo anno (2005/06) alla scuola Codazzi di Caracas, proseguì con lo stesso
andazzo dell'anno precedente: nessun contratto, nessuna risposta. Con
l'aggravante che l'unico contratto, proposto verso ottobre, era in
valuta locale, e, per come era concepito, ci avrebbe portato via un
terzo dello stipendio. Insomma, quei geni del Codazzi erano proprio una gran massa di teste di cazzo:
non solo non ci avevano avvisato prima della novità della valuta
locale, ma pretendevano anche di specularci sopra. Roba da mandarli al
diavolo.
Ma bisogna ricordare che erano ben consigliati da Anna Grazia Greco, una fuorilegge al ministero.
La nostra obiezione alla firma di quel contratto-truffa, senza alcun preavviso, fece si che quei cani della Giunta Direttiva del Codazzi lo prendessero a pretesto per non pagarci affatto. Infatti durante il secondo anno non ricevemmo stipendio per ben 4 mesi!
Ma bisogna ricordare che erano ben consigliati da Anna Grazia Greco, una fuorilegge al ministero.
La nostra obiezione alla firma di quel contratto-truffa, senza alcun preavviso, fece si che quei cani della Giunta Direttiva del Codazzi lo prendessero a pretesto per non pagarci affatto. Infatti durante il secondo anno non ricevemmo stipendio per ben 4 mesi!
Quando il livello
di schifo misto a disillusione raggiunse il limite, organizzammo una
serie di proteste che coinvolgevano anche l'utenza: i genitori degli
alunni. Avevamo preparato uno scritto, che un dato giorno avremmo
consegnato in classe.
La cosa fu
intercettata dalla presidenza, qualcuno aveva fatto una soffiata e i
volantini furono sequestrati; chi non li aveva consegnati, fu
scoraggiato a farlo.
Io, per esempio non avevo avuto neanche lo sfizio di consegnarne uno. Tanto lavoro per nulla. Ovviamente la preside, Lucia Veronesi, era in prima linea, completamente contraria alla nostra azione, ma non è che potesse agire diversamente. Non la si poteva paragonare alla Greco o a quelli della Giunta, c'era un abisso fra lei e loro: Lucia Veronesi era fatta di tutt'altra pasta...
Io, per esempio non avevo avuto neanche lo sfizio di consegnarne uno. Tanto lavoro per nulla. Ovviamente la preside, Lucia Veronesi, era in prima linea, completamente contraria alla nostra azione, ma non è che potesse agire diversamente. Non la si poteva paragonare alla Greco o a quelli della Giunta, c'era un abisso fra lei e loro: Lucia Veronesi era fatta di tutt'altra pasta...
Lucia Veronesi, stencil art (Oaxaca - Mexico) |
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sabato 10 ottobre 2015
Droga e burundanga | Lonely Planet: una guida riveduta e corretta | Enrico De Simone e la fidanzata di Carlo Fermi
Droga
Burundanga
La presenza di cocaina colombiana in Venezuela è in aumento. Non solo, il paese è uno dei punti di transito della droga diretta in Europa e negli Stati Uniti.
Il numero degli abitanti locali coinvolti nel traffico di stupefacenti è
in crescita, così come la corruzione e gli altri crimini connessi a
questi affari illeciti. Fortunatamente, non è ancora giunta notizia di
turisti ai quali sia stata messa addosso della droga per estorcere loro
denaro.
[...] Recentemente si sono verificati casi isolati di turisti drogati con la burundanga, una sostanza stupefacente diffusa e prodotta in Colombia. La burundanga
è utilizzata dai ladri per privare le loro vittime di qualsiasi
capacità di reazione e ripulirle senza incontrare alcuna resistenza.
Essendo inodore e insapore, può essere aggiunta praticamente a ogni
sostanza (dolci, sigarette, gomma da masticare, alcolici, birra) e
pertanto è estremamente facile da somministrare. In caso di situazioni
sospette, pensateci due volte prima di accettare una sigaretta da un
estraneo o una bibita da una persona appena conosciuta.
tratto da Lonely Planet Venezuela (ed. italiana - settembre 2001)
Burundanga
Il burundanga
è un'altra sostanza che è bene conoscere. Si tratta di una droga
ottenuta da un albero molto diffuso in Colombia e usata dai ladri per
inibire la capacità di reazione delle proprie vittime. Non avendo un
odore o un sapore particolari, può essere aggiunta a caramelle,
sigarette, chewing gum, liquori, birra - praticamente a tutti i cibi e
le bevande.
L'effetto
principale di una dose è quello di azzerare la volontà pur lasciando il
soggetto del tutto cosciente. A quel punto il ladro può farsi consegnare
qualsiasi oggetto di valore dalla vittima, che obbedirà senza opporre
resistenza. Sono agli atti numerosi casi di stupro avvenuti dopo la
somministrazione del burundanga. Altri effetti sono perdita di
memoria e sonnolenza, che possono durare da alcune ore a qualche giorno.
Un'overdose può risultare letale.
Il burundanga
non viene usato soltanto a danno dei turisti stranieri: ne sono vittime
anche molti colombiani, ai quali in questo modo viene sottratta
l'automobile o svaligiata la casa.
Pensateci due volte prima di accettare una sigaretta da un estraneo o una birra da un nuovo 'amico'.
tratto da Lonely Planet Colombia (ed. italiana - marzo 2003)
Una conoscente mi aveva parlato della burundanga
nel 2006 (a Caracas), durante un'uscita con Enrico De Simone. La tipa in questione era una psicologa ed era anche la fidanzata di un
conoscente, Carlo Fermi, un milanese che lavorava a contratto presso
l'ambasciata italiana a Caracas. Secondo la fidanzata colombiana di
Carlo Fermi, l'utilizzo di questa sostanza era in aumento esponenziale:
come terapeuta, si trovava ad affrontare diversi casi di persone che ne
erano state vittime, specialmente in merito agli stupri.
Mi disse, tra l'altro, che la burundanga non lascia tracce e spesso veniva utilizzata soffiandola verso la vittima.
Mi disse, tra l'altro, che la burundanga non lascia tracce e spesso veniva utilizzata soffiandola verso la vittima.
Di questo utilizzo della burundanga,
somministrata per inalazione, ho avuto conferma nel 2008, quando sono
ritornato a Caracas. I luoghi in cui questa sostanza viene utilizzata
più spesso, sono soprattutto i centri telefonici con cabine.
Gianluca Salvati
p.s. neanche un accenno a questa sostanza nell'attuale edizione italiana della guida Lonely Planet Venezuela;
si parla degli inconvenienti molto generici e comuni alle grandi città:
il traffico, lo smog, questi si che sono pericoli da evitare!!
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Nascita di un'onorata associazione a delinquere | La scuola Agustin Codazzi e i rappresentanti del CGIE
CARACAS.- Nella scuola Agustín Codazzi 66 membri
dei 70 convocati hanno votato per eleggere i rappresentanti del futuro
CGIE. Le associazioni, scelte dall’Ambasciata su segnalazione dei
Comites e in particolare dei loro Presidenti, seguendo un criterio di
discrezionalitá territoriale e di rappresentativitá, erano: per la
circoscrizione di Caracas: Centro Italiano Venezolano di Caracas, Casa
d’Italia di Maracay, Centro Italo di Valencia, Casa d’Italia di
Barquisimeto, Casa di Riposo Cristoforo Colombo, Missione Cattolica
italiana, Scuola Codazzi, Camera di Commercio, FAIV, Comitas,
Associazione Piemontese, Fogolar Furlan, FIEGIV, Centro Italo Venezolano
di Porlamar.
Per la zona occidentale Casa d’Italia di Maracaibo,
Coasit, Villa Serena, Missione Cattolica e scuola Rosmini, CIV di San
Cristobal. Per la zona orientale: Centro Italo Venezolano di Puerto
Ordaz, scuola Angelo De Marta, Associazione Siciliani di Maturín.
I tre membri scelti per rappresentarci nel CGIE sono
Nello Collevecchio che ha ottenuto 29 voti, Ugo Di Martino con 28 voti e
Michele Coletta con 25 voti.
Ci rallegra profondamente notare che anche nella
nostra collettivitá qualcosa incomincia a cambiare, che, nonostante i
brogli palesi e non, le false promesse e le velate minacce, hanno avuto
la meglio persone che, almeno fino ad oggi, hanno dimostrato onestá di
lavoro e vero interesse verso la collettivitá.
Ci duole, purtroppo, che il pessimo lavoro svolto in passato dai
“professionisti” dell’emigrazione abbia penalizzato anche chi, come
Fedora Di Marco, ha lavorato bene e con onestá. Il tempo, comunque,
aiuterá a scindere il grano dall’oglio e a dare, per un verso, il giusto
merito a chi ne ha diritto e per l’altro ad allontanare sempre piú
dalle nostre istituzioni rappresentative persone che non meritano di
rappresentare una collettivitá come la nostra. La svolta avvenuta nel
CGIE ci fa ben sperare in un futuro diverso. É importante peró ricordare
che il lavoro é un lavoro collettivo, che é importante la
partecipazione, la critica, l’apporto di tutti noi, perché “ogni popolo
ha il governo che si merita” e questo vale anche per noi.
29/06/2004 Marisa Bafile - La Voce d'Italia
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martedì 27 gennaio 2015
Lucia Veronesi ed Enrico de Simone: il colloquio di lavoro
Enrico De Simone è rientrato in Italia nell'autunno del 2008, lasciando vacante una cattedra di matematica presso la scuola Bolivar y Garibaldi di Caracas.
Nella stessa scuola lavoravano anche Daniela Corrieri e Antonio Nazzaro, ovvero la piccola corte de' miracoli di Anna Grazia Greco.
Daniela, ex compagna di un poliziotto della scorta personale di Berlusconi, lasciava Caracas nello stesso periodo di Enrico De Simone. Inoltre, i due ex colleghi della Bolivar y Garibaldi, vivono entrambi a Roma.
Quella doppia partenza non pianificata indicava una certa ansia di lasciare il paese, dato che la scuola era appena cominciata: i due insegnanti abbandonavano un posto di tutto rispetto e ben retribuito (il pagamento avveniva in euro, a differenza del Codazzi che da 2 anni pagava in valuta locale). Ma bisogna aggiungere che la situazione stava evolvendo anche per la Bolivar y Garibaldi.
Di lì a poco l'insegnante Antonio Nazzaro, uomo tutto d'un pezzo, non avendo i titoli per insegnare, presenterà autodenuncia presso il Consolato Generale di Caracas.
Quando certa gente si muove le cose diventano subito contorte. Mi spiego meglio:
Nella stessa scuola lavoravano anche Daniela Corrieri e Antonio Nazzaro, ovvero la piccola corte de' miracoli di Anna Grazia Greco.
Daniela, ex compagna di un poliziotto della scorta personale di Berlusconi, lasciava Caracas nello stesso periodo di Enrico De Simone. Inoltre, i due ex colleghi della Bolivar y Garibaldi, vivono entrambi a Roma.
Quella doppia partenza non pianificata indicava una certa ansia di lasciare il paese, dato che la scuola era appena cominciata: i due insegnanti abbandonavano un posto di tutto rispetto e ben retribuito (il pagamento avveniva in euro, a differenza del Codazzi che da 2 anni pagava in valuta locale). Ma bisogna aggiungere che la situazione stava evolvendo anche per la Bolivar y Garibaldi.
Di lì a poco l'insegnante Antonio Nazzaro, uomo tutto d'un pezzo, non avendo i titoli per insegnare, presenterà autodenuncia presso il Consolato Generale di Caracas.
Quando certa gente si muove le cose diventano subito contorte. Mi spiego meglio:
- Se Antonio Nazzaro non aveva i titoli perché aveva accettato l'incarico?
- Come faceva la Greco ad essere all'oscuro? Enrico De Simone e Daniela Corrieri hanno cominciato a lavorare alla Bolivar y Garibaldi dietro sua indicazione, difficile immaginare che per il Nazzaro le cose siano andate diversamente
Ad ogni modo è stato il pretesto che serviva alla Greco per togliere il contributo ministeriale alla scuola Bolivar y Garibaldi.
Trovo interessante questa trasformazione moralista della Greco: appena nel 2005 aveva imposto il suo "fidanzato" alla Codazzi, con un contratto stratosferico, mentre noi insegnanti provenienti dall'Italia ne eravamo privi.
Trovo interessante questa trasformazione moralista della Greco: appena nel 2005 aveva imposto il suo "fidanzato" alla Codazzi, con un contratto stratosferico, mentre noi insegnanti provenienti dall'Italia ne eravamo privi.
Cose dell'altro mondo, anzi no, cose di una certa Italietta...
Ora ricordo come andarono i fatti: il 5 settembre 2005, primo giorno di scuola per gli insegnanti, alla riunione degli insegnanti della scuola italiana la Greco mi chiese di partecipare ai corsi di informatica del suo amichetto.
Le risposi picche, non ero interessato. La Greco allora perse le staffe e cominciò a dare i numeri. Tra le cazzate che disse, una riguardava la Pubblica Amministrazione, di cui ella è senz'altro una rappresentante coi fiocchi. Mi redarguì dicendo che se avevo lavorato per la PA, dovevo essere a conoscenza del fatto che i corsi di aggiornamento sono obbligatori...
Continuai a rispondergli picche, se non altro perché del'argomento ho una certa infarinatura. La Greco continuò a fare l'isterica. ma quando capì che stava facendo la sua figura, si rivolse alla coordinatrice, la quale mi disse che non avevo capito... e dalle minacce velate si passò alla richieste, sotto impulso della Greco la coordinatrice mi chiese alcune scartoffie, ovvero del lavoro in più da sbrigare: la burocrazia come arma intimidatoria.
(Certo bisogna anche capirla alla Greco: non poteva dissotterrare la lupara per rimediare a un simile affronto...)
Comunque non le detti soddisfazione e ai corsi del suo amichetto, non ci andai neanche stavolta.
Sia come sia, la giunta Codazzi rifiutò "il fidanzato" della Greco come insegnante di informatica.
Il motivo è semplice, aveva lasciato che alcuni ragazzini di 4° elementare visionassero siti porno, come ho già scritto nei miei blog. Non so quanto abbia influito la discussione avuta con me, dato che ai primi di settembre la Greco era ancora convinta di riproporre lo stesso pacchetto di corsi al Codazzi... (A questo punto comincio a rivalutare i rappresentanti della giunta Codazzi...)
La Greco, per ripicca, chiese a Claudio Milazzo della Bolivar y Garibaldi di accettare "il suo fidanzato" come insegnante per gli stessi corsi che teneva alla Codazzi.
In cambio, la Greco (Anna Grazia, una fuorilegge per passione ndr) fece piovere dei soldi dal ministero, ovvero denaro pubblico in cambio dell'assunzione al suo tipo. Non fa una grinza.
Tornando a Enrico De Simone, prima di approdare alla Bolivar y Garibaldi, si era candidato a insegnare alla scuola Agustin Codazzi.
Nel marzo del 2006, infatti, el Hombre Negro era rientrato in Italia. C'era una cattedra di matematica in attesa di un/una prof.
Enrico, che lamentava uno stipendio da fame come giornalista presso La Voce d'Italia, prese la palla al balzo e andò a fare il colloquio con la preside, Lucia Veronesi.
Forse lo vidi quel giorno stesso, si era con M e il De Simone era tutto impettito e speranzoso per come si era svolta l'intevista, a vederlo già si fregava le mani: sembrava molto convinto di sé.
Ebbene, non solo la preside non accettò Enrico De Simone come insegnante, ma aggiunse, a onore delle cronache, che l'aspirante prof "non gli era piaciuto"...
Tanto per ricordare chi era la dolce Lucia Veronesi e quanto fosse preziosa la sua stima.
Quel giudizio sulla persona era molto di più di una semplice opinione personale, come era parso a me in quei giorni.
Di fatto la trovai un po' severa come osservazione, ma, col senno di poi, ho capito invece quanto fosse corretto il suo giudizio su Enrico De Simone, e perchè si fosse premurata di farlo circolare fra gli insegnanti. Se avessi dato ascolto a quelle parole, pronunciate da una persona di tutto rispetto, di certo mi sarei scansato l'agguato fascista di Plaza Chacaito.
Come ho detto, a suo tempo non gli detti molto peso: mi ci vorrano due lunghi anni per realizzare la sostanziale verità di quell'affermazione.
E questa consapevolezza mi è giunta a fine agosto del 2008 proprio lì, a Caracas.
Ora ricordo come andarono i fatti: il 5 settembre 2005, primo giorno di scuola per gli insegnanti, alla riunione degli insegnanti della scuola italiana la Greco mi chiese di partecipare ai corsi di informatica del suo amichetto.
Le risposi picche, non ero interessato. La Greco allora perse le staffe e cominciò a dare i numeri. Tra le cazzate che disse, una riguardava la Pubblica Amministrazione, di cui ella è senz'altro una rappresentante coi fiocchi. Mi redarguì dicendo che se avevo lavorato per la PA, dovevo essere a conoscenza del fatto che i corsi di aggiornamento sono obbligatori...
Continuai a rispondergli picche, se non altro perché del'argomento ho una certa infarinatura. La Greco continuò a fare l'isterica. ma quando capì che stava facendo la sua figura, si rivolse alla coordinatrice, la quale mi disse che non avevo capito... e dalle minacce velate si passò alla richieste, sotto impulso della Greco la coordinatrice mi chiese alcune scartoffie, ovvero del lavoro in più da sbrigare: la burocrazia come arma intimidatoria.
(Certo bisogna anche capirla alla Greco: non poteva dissotterrare la lupara per rimediare a un simile affronto...)
Comunque non le detti soddisfazione e ai corsi del suo amichetto, non ci andai neanche stavolta.
Sia come sia, la giunta Codazzi rifiutò "il fidanzato" della Greco come insegnante di informatica.
Il motivo è semplice, aveva lasciato che alcuni ragazzini di 4° elementare visionassero siti porno, come ho già scritto nei miei blog. Non so quanto abbia influito la discussione avuta con me, dato che ai primi di settembre la Greco era ancora convinta di riproporre lo stesso pacchetto di corsi al Codazzi... (A questo punto comincio a rivalutare i rappresentanti della giunta Codazzi...)
La Greco, per ripicca, chiese a Claudio Milazzo della Bolivar y Garibaldi di accettare "il suo fidanzato" come insegnante per gli stessi corsi che teneva alla Codazzi.
In cambio, la Greco (Anna Grazia, una fuorilegge per passione ndr) fece piovere dei soldi dal ministero, ovvero denaro pubblico in cambio dell'assunzione al suo tipo. Non fa una grinza.
Tornando a Enrico De Simone, prima di approdare alla Bolivar y Garibaldi, si era candidato a insegnare alla scuola Agustin Codazzi.
Nel marzo del 2006, infatti, el Hombre Negro era rientrato in Italia. C'era una cattedra di matematica in attesa di un/una prof.
Enrico, che lamentava uno stipendio da fame come giornalista presso La Voce d'Italia, prese la palla al balzo e andò a fare il colloquio con la preside, Lucia Veronesi.
Forse lo vidi quel giorno stesso, si era con M e il De Simone era tutto impettito e speranzoso per come si era svolta l'intevista, a vederlo già si fregava le mani: sembrava molto convinto di sé.
Ebbene, non solo la preside non accettò Enrico De Simone come insegnante, ma aggiunse, a onore delle cronache, che l'aspirante prof "non gli era piaciuto"...
Tanto per ricordare chi era la dolce Lucia Veronesi e quanto fosse preziosa la sua stima.
Quel giudizio sulla persona era molto di più di una semplice opinione personale, come era parso a me in quei giorni.
Di fatto la trovai un po' severa come osservazione, ma, col senno di poi, ho capito invece quanto fosse corretto il suo giudizio su Enrico De Simone, e perchè si fosse premurata di farlo circolare fra gli insegnanti. Se avessi dato ascolto a quelle parole, pronunciate da una persona di tutto rispetto, di certo mi sarei scansato l'agguato fascista di Plaza Chacaito.
Come ho detto, a suo tempo non gli detti molto peso: mi ci vorrano due lunghi anni per realizzare la sostanziale verità di quell'affermazione.
E questa consapevolezza mi è giunta a fine agosto del 2008 proprio lì, a Caracas.
El pajaro, ovvero la mission impossible dell'agente mezzasega |
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Lucia Veronesi, omaggio | Johannes Itten, Arte del colore - teoria e istinto
"Ciò
che si apprende dai libri o dai propri maestri è un veicolo" dice un
passo dei Veda, che così prosegue: "Un veicolo che serve solo a
percorrere le strade battute; chi arriva al termine di quelle strade
deve abbandonarlo e proseguire a piedi."
[...]
Gli effetti cromatici sono controllabili mediante la percezione visiva.
Riconosco però che i più profondi ed essenziali segreti del cromatismo
restano impenetrabili agli occhi e si possono cogliere solo col cuore.
L'essenziale sfugge quindi a ogni formulazione concettuale.
Ma,
nelle arti e nel campo dell'estetica vigono veramente leggi e principi
rigorosi oppure la valutazione estetica dei colori è esclusivamente
soggettiva? Questa domanda mi è stata posta assai spesso dagli allievi e
sempre ho risposto: -"Se lei, d'intuito, riesce a creare dei capolavori
coloristici, può procedere ignorando le leggi cromatiche. Ma se
ignorandole non crea dei capolavori, deve impegnarsi nel loro studio."
Gli
insegnamenti e le teorie valgono solo nelle ore di debolezza; nei
momenti di forza creativa i problemi si risolvono per intuito, quasi da
soli.
Johannes Itten, Arte del colore
Niños de rua, omaggio a Lucia Veronesi, olio su tela - Gianluca Salvati |
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lunedì 27 ottobre 2014
La nipote di Franco Chirico e la cricca catto-fascista del Codazzi | Una Caracas da bere: Ruben Zambrano e il Club de la Guardia
Quando ripresi a lavorare nel gennaio 2005, ripresi anche le uscite serali in quel di Caracas. Una Caracas da bere.
Il collega di uscite, Giuseppe Rinaldi, era ritornato dall'Italia più baldanzoso che mai. Baldanzoso è il termine adatto per uno sovrappeso che ami danzare la salsa e gli altri balli latinoamericani... Il bello è che se la cavava piuttosto bene.
Io ero debole e necessitavo ancora di riposo, ma avevo anche bisogno di vedere un po' di vita, dato che ero fresco reduce dal mondo dei morti, o degli spiriti, se preferite. Fortunatamente avevo ricominciato la scuola di mercoledì, per cui il fine settimana arrivò prima. Giuseppe mi disse che era in contatto con Ruben Zambrano, l'insegnante di educazione motoria del Codazzi. Quel venerdì, infatti, si festeggiava il Dia del maestro e a scuola ci fu il solito brindisi (non essendo riusciti a farmi fare fuori, mi festeggiavano, quegli infami...).
Al brindisi Giuseppe Rinaldi e il prof di educazione fisica parlarono per del tempo.
Quando ci vedemmo inserata, al solito bar di plaza Chacaito, Giuseppe mi disse che Ruben gli aveva scritto un messaggio. Il prof era in serie difficoltà: lo assediavano varie femmine e richiedeva il nostro intervento. Più che un messaggio pareva un Sos...
Come potevamo rifiutare?
Terminammo le nostre birre e ci mettemmo in viaggio. Destinazione: Club de la Guardia.
Raggiungemmo il nostro collega ancora incolume che ci presentò una intera comitiva di gente. Almeno tre figliole erano di mio gradimento.
Il collega di uscite, Giuseppe Rinaldi, era ritornato dall'Italia più baldanzoso che mai. Baldanzoso è il termine adatto per uno sovrappeso che ami danzare la salsa e gli altri balli latinoamericani... Il bello è che se la cavava piuttosto bene.
Io ero debole e necessitavo ancora di riposo, ma avevo anche bisogno di vedere un po' di vita, dato che ero fresco reduce dal mondo dei morti, o degli spiriti, se preferite. Fortunatamente avevo ricominciato la scuola di mercoledì, per cui il fine settimana arrivò prima. Giuseppe mi disse che era in contatto con Ruben Zambrano, l'insegnante di educazione motoria del Codazzi. Quel venerdì, infatti, si festeggiava il Dia del maestro e a scuola ci fu il solito brindisi (non essendo riusciti a farmi fare fuori, mi festeggiavano, quegli infami...).
Al brindisi Giuseppe Rinaldi e il prof di educazione fisica parlarono per del tempo.
Quando ci vedemmo inserata, al solito bar di plaza Chacaito, Giuseppe mi disse che Ruben gli aveva scritto un messaggio. Il prof era in serie difficoltà: lo assediavano varie femmine e richiedeva il nostro intervento. Più che un messaggio pareva un Sos...
Come potevamo rifiutare?
Terminammo le nostre birre e ci mettemmo in viaggio. Destinazione: Club de la Guardia.
Raggiungemmo il nostro collega ancora incolume che ci presentò una intera comitiva di gente. Almeno tre figliole erano di mio gradimento.
Il
Club de la Guardia era una sorta di dopolavoro dell'esercito
venezuelano. Era distribuito su un'area abbastanza grande e si entrava
solo per conoscenza. Non mi dispiaceva perché era per lo più all'aperto,
semplice e popolare. La musica non era chiassosa, e pazienza se c'era
solo musica locale. Era un luogo ideale per chi sapeva ballare i ritmi
caraibici.
Il
gruppo di Ruben era situato in una zona che terminava con un cortile.
Sul muro di quel cortile era dipinto a lettere cubitali la scritta
"Barinas linda!". Omaggio al paese che ha dato i natali al presidente
Chavez. Alcune amiche di Ruben mi fecero un corso accellerato di salsa
venezuelana. Molto istruttivo, anche se sono stato un pessimo allievo.
Ad
un certo punto della serata, me ne andai a fare un giro per il club.
C'erano zone poco illuminate con cespugli e aiuole ed altri spazi
coperti dove la gente ballava. Nel complesso dava l'idea di un luogo
molto frequentato ma tranquillo.
Durante il mio giro di ricognizione vidi, per la prima volta, la nipote di Franco Chirico. La vidi senza conoscerla e senza essere visto in quanto parlava animatamente con una ragazza della comitiva. Una di quelle che mi piacevano, per intenderci. Forse fu proprio per cercarla che vidi la nipote di Franco Chirico, massimo editore del Cammino Neocatecumenale e amico personale di Kiko Arguello, nonché capo-setta della comunità frequentata dai miei genitori.
Durante il mio giro di ricognizione vidi, per la prima volta, la nipote di Franco Chirico. La vidi senza conoscerla e senza essere visto in quanto parlava animatamente con una ragazza della comitiva. Una di quelle che mi piacevano, per intenderci. Forse fu proprio per cercarla che vidi la nipote di Franco Chirico, massimo editore del Cammino Neocatecumenale e amico personale di Kiko Arguello, nonché capo-setta della comunità frequentata dai miei genitori.
Franco Chirico e la cricca catto-fascista del Codazzi |
Parlava
la sciacquetta, in una zona poco illuminata, ma più precisamente
impartiva istruzioni. Aveva 25 anni circa, gli occhiali e i capelli
castani non molto lunghi, legati dietro con una piccola coda. Aveva lo
stesso piglio della Greco (Anna Grazia, una fuorilegge a Caracas),
ovvero lo stesso modo del cazzo di blaterare senza ascoltare. Odiosa
solo a vedersi.
Quello
del Club della Guardia è stato il primo di 3 incontri certi, che ho
avuto con quella troia della nipote di Franco Chirico. ma non escludo di
averla avuta tra i piedi in diverse altre occasioni, dal momento che
aveva frequentato il Codazzi e abitava a due passi da casa mia...
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